GIOVEDĂŚ 12 OTTOBRE
14.30 - 16.30
Sala del Capitano - Palazzo San Giorgio, e in live streaming
NAVIGATING THE SEA CHANGE
Quanto accaduto negli ultimi tre anni si può riassumere, per le conseguenze a breve e ipoteticamente a lungo termine, in “cambiamento radicale”, ciò che gli anglosassoni chiamano, da popoli marittimi quali sono, “sea change”. Il cambiamento radicale tocca anche e soprattutto l’economia marittima. Dalle nuove rotte obbligate al ritorno delle logiche di potenza nel commercio e nel disegno delle catene di approvvigionamento globali. L’Italia e la sua economia del mare (e non solo) si trovano nel mezzo del vortice che va ben oltre il Mediterraneo, anche allargato. Dal traffico marittimo continuano ad arrivare il 62% dell’import e il 95% delle materie prime, con quelle energetiche in ulteriore crescita. Lo stesso rappresenta il veicolo per il 50% dell’export. In uno scenario che comunque sarà più pericoloso e che (ri)scopre soluzioni di supply-chain della Guerra Fredda. L’impegno navale italiano sta crescendo nell’Indo-Pacifico, nel Golfo di Guinea e in prospettiva nell’Artico. Più vicino a noi, la nostra collocazione europea è decisiva per il futuro, ma non dimentichiamoci che a poche decine di miglia dalle nostre coste ci sono alcune “bombe” ponte ad esplodere, non ultima quella demografica.
DETTAGLI
Modera: Marco Fontana, Direttore, Strumenti politici
Introduzione: Amm. Sq. Aurelio De Carolis, Comandante in capo, Squadra NavaleÂ
Lo sviluppo sostenibile dei mari e la pianificazione degli spazi marittimi
Contramm. (CP) Massimo Seno, Capo Reparto Affari Giuridici e Servizi d’Istituto, Comando Generale delle Capitanerie di porto
Green Hydrogen Ports
Amine El Karam, Port Police and Regulation Director, National Ports Agency Morocco
Il Mediterraneo Allargato e il ritorno della centralitĂ dei mari interni
Matteo Marconi, Professore, UniversitĂ La Sapienza
Rotte brevi e rotte lunghe, il tira e molla delle catene logistiche con il Med al centro
Alessandro Panaro, Head of Maritime & Energy Department, SRM
Riglobalizzazione selettiva e connessioni marittime
Gianmarco Ottaviano, Professore, UniversitĂ Bocconi
Un mare di gente: presente e futuro demografico delle nazioni mediterranee
Giuseppe Manna, Analista geopolitico
Chi difenderĂ la ZEE italiana quando ci sarĂ ?
Fabio Caffio, Ammiraglio in congedo, Marina Militare
ll dominio subacqueo e la competizione strategica
Elio Calcagno, Researcher Defence Programme, IAI
L’Italia nell’Indo-Pacifico
Tiziano Marino, Head of Asia-Pacific Desk, Ce.S.I.
Green Corridor Genova Singapore e Hydrogen Hub in Sri Lanka; una opportunità geo-economica per l’Italia nell’Oceano Indiano
Vittorio Coco, Fondatore e Direttore, Ceylon Italy Blue Economy Association
Analisi preliminare per la costituzione di un “green corridor” tra Italia e Sri Lanka
Claudio Ferrari, Professore, UniversitĂ di GenovaÂ
L’importanza dell’idrografia per lo shipping
Contramm. Massimiliano Nannini, Direttore, Istituto Idrografico della Marina
NSR, una nuova rotta per il commercio globale (?)
Leonardo Parigi, Direttore, Osservatorio Artico
HIGH NORTH –Â il programma della Marina Militare in Artico quale contributo alla sicurezza della navigazione
CF Maurizio Demarte, Capo Spedizione, Campagne High North
Transhipment, investimenti a rischio: le distorsioni del mercato dello shipping causate dallo schema europeo di tassazione delle quote di CO2
Marco Campomenosi, Membro della Commissione Trasporti, Parlamento Europeo
Panaro Alessandro
Rotte brevi e rotte lunghe, il tira e molla delle catene logistiche con il Med al centro
L’intervento mostrerà come gli scenari marittimi stanno modificando i loro assetti e l’importanza per il nostro Paese di diversificare i traffici tenendosi stretta la grande specificità dello short sea shipping nel Mediterraneo. Un breve focus sarà fatto sulla Cina che sta ancora mostrando grande interesse per quest’area dal punto di vista marittimo.
Campomenosi Marco
Transhipment, investimenti a rischio: le distorsioni del mercato dello shipping causate dallo schema europeo di tassazione delle quote di CO2
Fin dal principio del processo legislativo che in Europa ha portato all’approvazione del nuovo Emission Trading System europeo (Eu ETS), analisti, stakeholder ed esponenti politici – assieme ad alcuni governi nazionali – hanno denunciato il rischio concreto di una perdita di competitivitĂ e di investimenti per gli hub di transhipment europei, qualora l’ETS fosse stato applicato senza correttivi efficaci. Purtroppo, tali correttivi non sono stati inseriti nel testo durante le lunghe negoziazioni che hanno portato, a Bruxelles, all’approvazione del provvedimento. Oggi, la conseguenza è un rischio concreto di diversione delle rotte commerciali dai porti di transhipment europei (soprattutto italiani, spagnoli e greci) agli hub dei Paesi Terzi nord africani. L’intervento intende analizzare la situazione attuale creatasi attorno a questo controverso provvedimento legislativo, e le possibili – per quanto esigue – modalitĂ di intervento del legislatore nazionale ed europeo.
Coco Vittorio
Green Corridor Genova Singapore e Hydrogen Hub in Sri Lanka; una opportunita’ geo-economica per l’Italia nell’Oceano Indiano
Il mio intervento in video registrato da Colombo riassume in 4 minuti il progetto presentato in Sri Lanka basato sulla creazione di una zona economica speciale per aziende italiane associate nella catena del valore dell’idrogeno costituita nell’area portuale di Trincomalee, individuato come centro focale del Green Corridor tra Genova e Singapore, e lascia il compito della presentazione in persona delle concept note al Prof. Claudio Ferrari dell’Università di Genova.
De Carolis Aurelio
Partecipa alla sessione Navigating the Sea Change
El Karam Amine
Green Hydrogen Ports
With the development of the green hydrogen sector globally as an alternative to fossil fuels and natural gas, ports must prepare to facilitate and anticipate the development of this new sector. The subject fo this presentation is to discuss how ports should consider this preparation.
Caffio Fabio
Chi difenderĂ la ZEE italiana quando ci sarĂ ?
Istituita nel 2021 la ZEE italiana è ancora un work in progress. Restano da definire i limiti, senza i quali non è possibile esercitare giurisdizione nelle materie stabilite dalla Convenzione UNCLOS come protezione della pesca e dell’ambiente marino, ricerca scientifica, sfruttamento energie rinnovabili, emanando anche la relativa regolamentazione. Sulla base del “Piano del Mare” presto si provvederà a questo. L’attività di sorveglianza nella potenziale ZEE già da ora spetta alle Forze marittime che esercitano ex lege la “Funzione Guardia Costiera”, vale a dire Marina militare, Corpo delle Capitanerie di Porto- Guardia costiera, Corpo della Guardia di Finanza.
Ferrari Claudio
Analisi preliminare per la costituzione di un “green corridor” tra Italia e Sri Lanka
Ad oggi gli obiettivi di riduzione delle esternalità prodotte dal trasporto via mare appaiono piuttosto lontani dall’essere raggiunti. La costituzione di green corridor può contribuire ad avviare concretamente il processo di decarbonizzazione dell’industria dello shipping. Al momento vi sono diverse iniziative in atto che coinvolgono prevalentemente l’industria del trasporto marittimo containerizzato e specifiche direttrici di traffico rinfusiero. L’intervento considera la possibilità di costituire un nuovo green corridor tra l’Italia e lo Sri Lanka concentrandosi sulle potenzialità offerte dal porto di Trincomalee per la realizzazione di un impianto solare per la produzione di idrogeno verde. L’intervento considera la possibilità di costituire un nuovo green corridor tra l’Italia e lo Sri Lanka concentrandosi sulle potenzialità offerte dal porto di Trincomalee alle imprese italiane del settore per la realizzazione di un Hydrogen Hub per la produzione di idrogeno verde e derivati (metanolo, ammoniaca) destinati principalmente al bunkeraggio delle navi sulla rotta Asia Europa.
Fontana Marco
Modera la sessione Navigating the Sea Change
Manna Giuseppe
Un mare di gente: presente e futuro demografico delle nazioni mediterranee
Nei 22 Paesi mediterranei vivono 525 milioni di persone, cioè 2,5 volte gli abitanti del 1950. Secondo le Nazioni Unite, entro la metà del secolo, la popolazione crescerà di 110 milioni. La sua distribuzione sarà tuttavia molto diversa. Oggi, le due rive del Mediterraneo sono equivalenti dal punto di vista demografico. Tra meno di tre decenni, però, i Paesi nordafricani aggiungeranno 87 milioni di abitanti, mentre la sponda nord conoscerà una contrazione demografica. Tali fenomeni avranno conseguenze sociali molto profonde sulle comunità nazionali di riferimento, con risvolti geopolitici da non sottovalutare, soprattutto per l’Italia, che vive una gravissima crisi demografica, proprio nel momento in cui cerca di riacquisire centralità nello strategico scacchiere mediterraneo.